Puntuale, come ogni anno, anche nel 2014 l’Istat ha pubblicato il resoconto sugli usi, i consumi ed i comportamenti degli Italiani. Ne è emerso un quadro a dir poco emblematico, in qualche modo annunciato. Condensato nella sezione Ambiente ed Energia dell’Annuario Statistico. Vediamone insieme qualche dato. Nel 2013 la quantità di rifiuti urbani raccolti si attesta a 29,6 milioni di tonnellate (490 chilogrammi per abitante), l’1,3% in meno dell’anno precedente. La raccolta differenziata raggiunge però il 42,3%, balzando a +2,3% rispetto al 40% del 2012; a livello territoriale i valori più alti di raccolta differenziata si registrano nella provincia autonoma di Trento (68,9%) e in Veneto (64,6%); quelli più bassi in Sicilia (13,4%) e Calabria (14,7%).
Nel 2013, il consumo interno lordo di energia si è ridotto del 3% soprattutto per gli effetti della crisi economica, passando da 176,3 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) a 171. E’ forte anche il calo delle importazioni di energia elettrica, pari a -8,2%. Negli ultimi cinque anni si è ridotto in misura consistente l’apporto delle fonti tradizionali alla produzione di energia elettrica – dal 77,4% del 2009 al 66,6% del 2013. Al contempo è cresciuto il contributo delle fonti rinnovabili, nel 2013 si attestano al 38,6% della produzione lorda totale. Il contributo maggiore proviene dalla fonte idroelettrica (18,9%), seguono il fotovoltaico (7,4%) e l’eolico (5,1%).
In netto calo gli incendi: nel 2013 sono stati 2.936 contro 8.274 dell’anno precedente (-65%). Anche la superficie interessata si è ridotta fortemente, passando da 130.799 ettari a 29.076 (-78%). Nel 2014 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (36,9%), la difficoltà di parcheggio (35,2%), l’inquinamento dell’aria (34,4%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (30,7%), il rumore (30,6%). In ultima posizione si colloca l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema per l’8,6% delle famiglie ma le differenze sul territorio sono forti: le percentuali più alte si registrano in Calabria (32,1%) e Sicilia (24,1%).